La Paralisi Cerebrale Infantile è la conseguenza di una lesione acuta del cervello – dovuta a una malattia insorta in epoca neonatale, ovvero poco prima della nascita, durante il parto o poco dopo la nascita.
Rappresenta la malattia neuromuscolare più frequente in età pediatrica, colpisce le comunicazioni tra cervello e muscoli e provoca gravi alterazioni del tono muscolare, dei movimenti e delle abilità motorie.
La Paralisi Celebrale Infantile si manifesta precocemente, entro il primo-secondo anno di vita, ed è caratterizzata dalla presenza di alcuni sintomi neuromotori:
- Paralisi;
- Spasticità;
- Corea (movimenti involontari improvvisi, rapidi, incontrollabili soprattutto al viso e agli arti);
- Atetosi (movimenti continui e involontari delle mani, della faccia e della lingua);
- Atassia (mancanza di coordinazione dei movimenti muscolari volontari).
Negli ultimi decenni l’utilizzo crescente delle terapie intensive neonatali e il miglioramento della qualità assistenziale hanno permesso di salvare bambini affetti da gravi malformazioni o da sofferenza cerebrale causata da scarso afflusso di sangue (ischemia) aumentando così il numero dei bambini con paralisi cerebrale.
È emersa pertanto la necessità di cure riabilitative e chirurgiche finalizzate a migliorare i deficit dei pazienti con paralisi cerebrale e correggere le conseguenze della spasticità.
La spasticità (eccessivo aumento del tono muscolare) rappresenta un elemento disgregante per la coordinazione motoria, per le posture seduta e sdraiata, facilitando la comparsa di atteggiamenti viziati, rigidità articolari e deformità ortopediche.
L’incidenza delle deformità è strettamente legata alla gravità del quadro neurologico. Pertanto, diventa fondamentale lo screening e il trattamento precoce.
Le deformità possono interessare gli arti superiori, quelli inferiori e il tronco, in rapporto al tipo di danno neurologico.
Si può avere:
- Interessamento di tutti e quattro gli arti (tetraparesi);
- Interessamento prevalentemente degli arti inferiori (paraparesi);
- Interessamento di un solo lato (emiparesi).
I bambini affetti da spasticità presentano in genere deformità in flessione degli arti, per la prevalenza dei muscoli flessori sugli estensori.
Queste consistono in:
- Equinismo dei piedi (punta del piede rivolta verso il basso e deambulazione sulle punte dei piedi);
- Flessione delle ginocchia;
- Adduzione (avvicinamento al centro) e flessione delle anche;
- Flessione dei gomiti e dei polsi;
- Scoliosi (deformità della colonna spinale).
È emersa con il passare del tempo la necessità di cure riabilitative e chirurgiche atte a migliorare i deficit dei pazienti con paralisi cerebrale.
Gli obiettivi del trattamento chirurgico sono:
- Prevenire le deformità osteoarticolari;
- Migliorare la funzionalità motoria;
- Facilitare il compito assistenziale degli operatori e delle famiglie.
Obiettivo degli interventi chirurgici è di riequilibrare il tono muscolare riducendo la tensione dei muscoli e dei tendini la cui tensione è eccessiva, migliorando così la funzione e riducendo la rigidità articolare.
Obiettivo degli interventi sulle parti ossee è di prevenire o correggere le deformità ortopediche invalidanti e dolorose quali il piede torto, la lussazione dell’anca, la scoliosi. I pazienti sottoposti a interventi sulle parti molli (muscoli, tendini, cartilagini) vengono tutelati nel post-operatorio con docce di posizione e sono avviati in tempi brevi al trattamento riabilitativo.
I pazienti sottoposti a trattamenti sulle parti ossee, invece, vengono tutelati con apparecchi gessati o in vetroresina fino ad avvenuta consolidazione della correzione chirurgica.
Il trattamento chirurgico rappresenta un’ottima possibilità terapeutica quando il trattamento conservativo non è più in grado di contrastare l’evoluzione della spasticità e la conseguente comparsa di deformità osteoarticolari.
Oltre alla chirurgia tradizionale, importanti risultati terapeutici si sono ottenuti con il trattamento con pompa di Baclofen, nei pazienti con paralisi cerebrale, in particolare per le gravi forme di spasticità e distonia.
L’esperienza dei Centri più qualificati suggerisce di eseguire interventi chirurgici precoci per prevenire le gravi deformità, che inevitabilmente compaiono nel corso degli anni, e la conseguente necessità di ricorrere a interventi più demolitivi e poco risolutivi.
L’esperienza ha dimostrato che la chirurgia della spasticità rappresenta un valido aiuto per i pazienti con paralisi cerebrale. Molteplici sono le tecniche chirurgiche, per cui le indicazioni richiedono esperienza da parte dell’operatore e una stretta collaborazione con il neuroriabilitatore con cui va condiviso il percorso terapeutico.
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