
Zoe ha 6 anni e mezzo. Va a scuola, ride e scherza con i suoi compagni. La sera gioca a casa con la mamma, il papà e con il suo fratellino di 9 anni, a cui è legatissima. La sua vita è uguale a quella di tutti i bambini della sua età. Nel caso di Zoe, però, a rendere possibile questa normalità è stata la Ricerca sui Tumori pediatrici, che al Bambino Gesù è sostenuta anche con il 5 per mille.
Nel 2022, a 4 anni e mezzo. I genitori la portano al Bambino Gesù per dei controlli. “Abbiamo fatto degli accertamenti in Reumatologia perché non riusciva a camminare – Racconta Giulio, il papà di Zoe – aveva un forte dolore al tallone”.
Alla fine dopo una TAC arrivata la diagnosi: Leucemia Linfoblastica Acuta. “Ti senti impotente quando arriva una diagnosi come quella che ha ricevuto Zoe" - dice Giulio – Fortunatamente al Bambino Gesù abbiamo trovato medici straordinari dalla grande umanità, che ci hanno fin da subito guidato e sostenuto. Abbiamo iniziato immediatamente la Chemioterapia”.

È a quel punto che il team del professor Locatelli decide di ricorrere alla terapia con le cellule Car-t. Una terapia avanzata su cui si è concentrata la Ricerca dell’Oncoematologia del Bambino Gesù. Si basa sulle cellule del sistema immunitario (i linfociti-T) che vengono modificate per essere rese in grado di aggredire le cellule tumorali”.
“I dottori mi spiegarono subito che adesso avevamo tante armi in più rispetto a tanti anni fa – ricorda Anna, la mamma di Zoe -, che oltre alla cura tradizionale si poteva ricorrere alle Car-t. E se siamo tutti qui oggi a raccontare la storia di Zoe è per merito della Ricerca che ha portato allo sviluppo di queste terapia. Possiamo dire di essere stati anche fortunati ad avere questa possibilità. Ci siamo fatti guidare totalmente, perché avevamo piena fiducia nei dottori”.

La storia di Zoe, il suo percorso di cura testimonia proprio la centralità della ricerca. "Vorremmo che, un domani, la speranza di guarigione possa trasformarsi in una certezza per tutti i bambini come Zoe" - si augura il papà di Giulio.
Per dare una speranza di guarigione a chi ha un tumore refrattario alle terapie tradizionali è possibiole sostenere la Ricerca e gli Studi clinici Oncoematologici grazie il 5 per mille. Grazie all’aiuto di quanti sceglieranno di farlo l’ospedale proverà a scrivere tante storie come quella di Zoe.
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