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Sindrome da shock tossico in pediatria

I sintomi più frequenti della sindrome da shock tossico sono febbre, debolezza, brividi e desquamazione dell'epidermide  

La sindrome da shock tossico è una condizione clinica dovuta all'azione di tossine prodotte da alcuni tipi di batteri come lo Staphylococcus aureus o lo Streptococcus pyogenes (almeno 2). Tali tossine provocano una risposta immunitaria estremamente potente che causa una disfunzione di numerosi organi così grave da progredire rapidamente verso uno shock spesso intrattabile.

La sindrome da shock tossico da stafilococco
L'inizio dei sintomi della sindrome da shock tossico da stafilococco è improvviso con: febbre, brivido, malessere generalizzato, debolezza, mal di testa, mal di gola, dolori muscolari, dolori addominali, vomito e diarrea, arrossamento diffuso e uniforme della pelle che si accompagna a desquamazione (perdita dello strato superiore della pelle). Nel giro di 3-7 giorni dall'inizio, la desquamazione interessa il palmo delle mani e la pianta dei piedi. Le condizioni generali possono progressivamente peggiorare per la comparsa di pressione bassa, malfunzionamento del rene con riduzione della eliminazione di urina, sofferenza del fegato, basso numero di piastrine e basso afflusso di sangue al cervello che può manifestarsi con sonnolenza, confusione, irritabilità, agitazione e allucinazioni.

Shock tossico da streptococco
Lo Streptococco di gruppo A (Streptococcus pyogenes) frequentemente provoca mal di gola o un'infezione della pelle che generalmente si risolve con terapia antibiotica appropriata. 
Febbre alta (superiore ai 39 ° C), globuli bianchi elevati ed elevata velocità di eritrosedimentazione (VES) sono segni tipici dello shock tossico da streptococco anche se non sono specifici. Spesso si nota un'eruzione cutanea simile a quella della scarlattina seguita da desquamazione della pelle.
Il sito da cui l'infezione ha preso origine è evidente nel 60-90% dei casi e può comprendere: un'infezione del tessuto connettivo posto sotto la pelle o cellulite (15-35%), un'infezione delle linfoghiandole o linfadenite (5-17%), ascesso (5-15%), l'infezione di una articolazione o artrite settica (7-14%), l'infezione di alcuni muscoli o miosite (12%), l'infezione di un osso o osteomielite (5-8%), polmonite (5-10%), peritonite (1-5%), meningite (1-3%), un'infezione del pericardio o pericardite (1-3%).
I pazienti sono generalmente bambini o adulti che altrimenti godono di buona salute. 

I pazienti con infezione da Streptococco di gruppo A senza un sito evidente da cui l'infezione ha preso origine tendono ad avere un decorso meno grave della malattia. Il decorso clinico può essere fulminante quando si verifica una grave disfunzione d'organo (coagulazione intravascolare disseminata, disfunzione epatica, sindrome da shock tossico, pressione arteriosa bassa, insufficienza respiratoria, insufficienza renale).
La batteriemia, ovvero la diffusione del microbo nel sangue, associata all'insorgenza precoce di shock e insufficienza d'organo è caratteristica della sindrome da shock tossico da streptococco. 

Rispetto alla sindrome da shock tossico stafilococcica, la sindrome da shock tossico streptococcica ha maggiori probabilità di determinare insufficienza respiratoria acuta (55% dei pazienti) e minori probabilità di causare reazioni cutanee. 
La mortalità è più elevata (dal 20 al 60%). 

I fattori di rischio per una infezione grave con shock tossico da streptococco di gruppo A comprendono

  • Virus della varicella zoster: prima dell'uso diffuso del vaccino del virus della varicella zoster (VZV), circa il 15-30% dei casi di batteriemia o di infezione invasiva da Streptococco di gruppo A erano associati a infezione da virus della varicella zoster. L'insorgenza di febbre al quarantesimo giorno della comparsa dell’esantema (macchie) nei bambini con varicella dovrebbe far venire il sospetto di una batteriemia da streptococco di gruppo A;
  • Infezione influenzale: l'infezione da Streptococco di gruppo A è una causa comune di infezione batterica secondaria nei bambini con influenza e contribuisce all’insorgenza di malattie concomitanti e alla mortalità causate dal virus influenzale;
  • Traumi, ustioni e procedure chirurgiche: circa il 30-40% delle infezioni invasive da Streptococco di gruppo A sono associate a recenti lesioni della pelle da traumi minori (ad es. tagli, abrasioni, piercing), ustioni, eczema o un recente intervento chirurgico;
  • Immunosoppressione o immunodeficienza: le infezioni invasive da Streptococco di gruppo A si verificano comunemente nei bambini con bassa capacità di risposta immunitaria (ad esempio affetti da HIV, sindrome nefrosica, sottoposti a trapianto di organi solidi o con deficit immunitari primitivi genetici o malattie autoimmuni) oppure che effettuano terapie a lungo termine con farmaci che sopprimono la risposta immunitaria;
  • Neoplasia maligna: la presenza di tumori sottostanti è stata osservata nel 5-10% dei pazienti con infezione invasiva da Streptococco di gruppo A;
  • Età inferiore a 1 anno:  il rischio di infezione invasiva da Streptococco di gruppo A è maggiore nei bambini di età inferiore ad un anno. I neonati possono contrarre l'infezione da Streptococco di gruppo A dalla madre durante il parto o  in ambito ospedaliero da parte del personale medico;
  • Uso di droghe per via endovenosa: l'uso di droghe per via endovenosa è un fattore di rischio per l'infezione invasiva da Streptococco β-emolitico di gruppo A negli adolescenti e negli adulti. 

La diagnosi si basa sulla raccolta della storia della malattia e sulla visita pediatrica. Viene confermata mediante l'isolamento del microrganismo. I campioni per le colture possono essere prelevati da qualsiasi lesione, dal naso (per lo stafilococco), dalla gola (per gli streptococchi), dalla vagina (per entrambi) e dal sangue. Il continuo controllo delle funzioni renale, del fegato, del midollo osseo, cardiaca e polmonare è indispensabile. Indagini strumentali (risonanza magnetica e tomografia computerizzata) sono necessarie in caso di ischemia o edema cerebrale.

I pazienti in cui si sospetta una sindrome da shock tossico vanno immediatamente ricoverati e sottoposti a terapia di supporto circolatorio ed eventualmente ad intubazione e supporto ventilatorio. È altamente raccomandato a tutti i pazienti il trattamento antibiotico per via endovenosa. Nei casi gravi di sindrome da shock tossico da stafilococco all'esordio, che non hanno risposto ai trattamenti, sono consigliate le immunoglobuline per via endovenosa. Non è invece raccomandato l'uso di corticosteroidi.

 

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  • A cura di: Lelia Rotondi Aufiero
    Unità Operativa di Pediatria Generale
  • in collaborazione con:

Ultimo Aggiornamento: 21  Febbraio 2022 


 
 

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