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Concluso il progetto “Gioco e sport in corsia” sostenuto da Associazioni Sportive Sociali Italiane

L'iniziativa realizzata in collaborazione con i Dipartimenti di Neuroscienze e di Oncoematologia ha coinvolto 35 tra bambini e ragazzi

Si è concluso nei giorni scorsi il progetto “Gioco e sport in corsia” realizzato grazie al sostegno dell’ente Associazioni Sportive e Sociali Italiane (ASI) e in collaborazione con il Dipartimento di Neuroscienze e quello di Oncoematologia, Terapia Cellulare, Terapie Geniche e Trapianto Emopoietico. Scopo dell’iniziativa era quello di contribuire a migliorare le condizioni di bambini e ragazzi ricoverati in Ospedale a causa di gravi malattie (prevalentemente malattie rare e oncologiche), al fine di rendere meno traumatico il percorso ospedaliero, favorire il recupero dalla malattia, migliorarne le condizioni psico-fisiche aiutandoli anche nel recupero fisico e nelle relazioni sociali nel periodo post ospedaliero.

Secondo i dati dell'Istituto Superiore di Sanità (ISS), le malattie rare colpiscono 20 persone ogni 10.000 abitanti, e di questi il 70% sono pazienti in età pediatrica. Si tratta di malattie che possono avere un impatto sullo sviluppo emotivo del bambino, ridurre la sua autonomia e comportare restrizioni delle attività sociali e fisiche. Sempre più studi scientifici dimostrano però come la possibilità di praticare sport ed esercizio fisico comporti innumerevoli benefici e vantaggi, tra i quali il miglioramento dell’impatto psicofisico delle cure e la qualità di vita del paziente.

Durante i 6 mesi del progetto “Gioco e sport in corsia” sono stati coinvolti 35 pazienti dell’Ospedale in cura per malattie neurologiche e/o rare che hanno potuto beneficiare di un ciclo di incontri di attività ludico-sportive presso la sede di San Paolo Fuori le Mura.

«Gli incontri si sono tenuti con cadenza settimanale, e i pazienti sono stati seguiti da un preparatore atletico ASI, un fisioterapista e uno psicologo del Bambino Gesù – spiega la dottoressa Teresa Grimaldi Capitello, responsabile della psicologia clinica dell’Ospedale - Sono stati monitorati, attraverso la somministrazione di prove, sia i domini motori sia quelli psicologici e di qualità di vita dei pazienti ma anche dei familiari, con risultati preliminari che indicano un impatto positivo di queste attività».




 
 

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